«La Puglia ormai è casa mia». Daniele Sisalli, siciliano di Messina, ha eletto le Murge l’ombelico del suo mondo. Vive a Gravina e nell’ultima stagione ha giocato ad Altamura. Tra gialloblu e biancorossi tre promozioni consecutive. Una in Eccellenza, due in Serie D. Tutte da protagonista. Fu accolto dalla Puglia che ormai considera terra d’adozione a ventuno anni, a Fasano. La sua più grande scommessa. «Prima di trasferirmi in Puglia comprai il mio cartellino dal Siracusa. Chiesi a Lepore, il presidente del Fasano, uno "stipendio" che mi permettesse di rientrare da quella spesa, fatta con l'aiuto di mio padre. Si può dire che il primo anno di Fasano giocai gratis». Stagione incredibilmente amara. In Sicilia, nella famosa gara di Acicatena, il Fasano vide sfumare la promozione nel finale. Salto di categoria che avvenne l'anno successivo e permise a Daniele Sisalli di diventare uno degli esterni più richiesti. D'altronde quel ragazzotto che fece impazzire Milazzo nella sua prima stagione tra i senior aveva qualcosa di speciale. Nardò, Barletta, Bisceglie, Francavilla Fontana, Mola di Bari, Molfetta fino a Gravina ed Altamura. Gol e assist in quantità. La Puglia l'assaggia quasi tutta. Oggi si allena a Gravina, in attesa di una sfida stimolante.
«Vorrei trovare un progetto importante perché amo misurarmi con piazze di spessore, lottare per ottenere il posto di titolare, combattere per portare a casa un campionato»
Come ad Altamura, dove hai giocato sempre.
Ad Altamura abbiamo fatto un piccolo grande miracolo. In una settimana siamo stati battuti dal Cerignola (gol di Altares) non demeritando e il Troina ci ha fatto uscire dalla Coppa. E dire che sarebbe bastato raggiungere le semifinali per accedere alla D. Ci hanno dato per morti, la società ha perso un po' di fiducia, eravamo pieni di infortuni e defezioni (a turno Rana, Keita, Logrieco, Fiorentino ndr). Lì è uscito il gruppo, la nostra forza. Da squadra operaia abbiamo dato il meglio di noi, conquistando la D meritatamente. Ci tengo a ringraziare l'Altamura e gli altamurani. Mi hanno fatto sentire sempre a casa.
Il Cerignola era effettivamente più forte?
Con loro ce la siamo giocata sia all'andata che al ritorno. Loro, dopo la sconfitta col Barletta, sono andati filati come un treno mentre noi abbiamo perso punti preziosi. Forse ci è mancato qualcosa in fase offensiva, nonostante un attacco di grande caratura. Anche Casarano e Bitonto avevano organici di qualità ma noi eravamo un pelo sopra.
Sei un giocatore libero, l'Altamura non ti ha riconfermato.
Il mister ha fatto le sue scelte, io ho fatto le mie. Come ho già detto sono orgoglioso di aver vestito questa maglia.
Nelle ultime due stagioni sei diventato ancora più bravo nella fase difensiva.
Merito di Di Maio che mi ha fatto riscoprire le mie qualità difensive. Tanti anni fa ero sotto l'ala protettrice di Pietro Lo Monaco (poi dirigente del Catania ndr) che mi disse: "Se vuoi sfondare nel calcio devi fare il terzino. In Italia, soprattutto a sinistra, c'è davvero poco" ma a me piaceva fare l'esterno d'attacco. Persi un treno, magari la mia carriera sarebbe stata diversa. Ricordo ancora quando io e Lo Monaco ci separammo dopo Acireale. Lui e Pulvirenti si spostarono a Catania, io fui ceduto al Siracusa per 50.000 euro.
Un tuo ex compagno di squadra, Scaringella, è andato in C, ad Andria.
Sono orgoglioso e felicissimo. Miky se lo merita.
Puoi giocare in più ruoli, terzino in una difesa a quattro, esterno in un centrocampo a cinque, mezzala.
Ad Altamura ho giocato dappertutto. Ad Avetrana, con Cannito, Di Benedetto e Montrone fuori causa ho fatto anche il difensore centrale. Un mio pregio è sicuramente il grande spirito di adattamento.
Un futuro lontano dalla Puglia?
Spero di no, sono qui da dodici anni ed amo questa terra. Qui a Gravina e ad Altamura ho tanti amici che mi vogliono bene (come Dibenedetto e Montemurro ndr). Tuttavia la mia priorità è cercare un'altra grande sfida da aggiungere al mio percorso.